Filippo Neri: la Controriforma, l’Oratorio (la Lauda e la “Rappresentazione”)
Nonostante il processo di semplificazione attuato da Filippo Neri, condensato nel celeberrimo motto “Chi cerca altro che Cristo…” e palesemente teorizzato da letterati e musicisti (Agostino Manni – Animuccia), la spiritualità dell’oratorio è complessa o, meglio, è articolata e animata la sua genesi, perché nei suoi operatori e apostoli presuppone una conversione.
Per esempio: Animuccia ammette di castigare e disciplinare la dottrina contrappuntistica “…intricandomi il manco ch’io ho potuto con le fughe (imitazioni) e le invenzioni (contrappunto), per non oscurare l’intendimento delle parole”. La comprensione del testo (Lutero aveva già risolto con la adozione della lingua nazionale e la supremazia del “cantus” nel corale) era puntigliosamente pretesa dal Concilio e dalla Controriforma ma la lauda è comunque polifonica quantunque in Italiano e la liturgia non aveva cessato di adottare la lingua latina.
La fondamentale parola Oratorio si potrebbe interpretare quindi, in omaggio alla idolatria per il “verbum” come luogo di conversazione (oratio) dove la parola venisse eminentemente ricercata, trasmessa e celebrata, parola parlata (sermone) e parola cantata (lauda), che pare la endiadi filippina del “Recitar cantando” della Camerata Fiorentina, approdata a Roma all’inizio dell’anno giubilare con la “Rappresentazione” di Emilio del Cavaliere, cinque anni dopo il transitus benedetto di Filippo (il Socrate cristiano e il suo peripatetismo e maieutica spirituale).
E siccome la seduzione di continuare su questo tono e su questo argomento non è aliena dalla insidia della “delectatio”, statim itineris conversionem iam agimus – ne eadem inane repetantur – invitando tutti a conoscere S. Filippo soprattutto in Chiesa Nuova, cioè a casa sua.
Giuseppe Agostini
Olim maestro di cappella in chiesa Nuova e direttore ai “Sermoni” dell’Oratorio
N.B. I testi sono espunti onninamente dal “San Filippo” di Edoardo Aldo Cerrato, filippino colto, di affilata sostanziosa subtilitas, cui admirantes, gratias in Nerio. E con lui, grazie all’intrepido miles Vladimiro e a tutta la comunità.
Aula Magna Università di Roma La Sapienza, Santa Maria in Vallicella – 2010